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LUOGHI: La rocca di Piceleo (alias Pizzighettone)



Descrivere, o meglio cercare di descrivere la storia di un luogo, di un paese o peggio di una città sarebbe, a mio avviso, come cercare di scrivere la biografia di una persona e poi moltiplicarla per le decine e decine di generazioni che hanno vissuto in quel luogo e forse, solo allora, si potrebbe rendere giustizia a quanto accaduto in un paese o in una città.
Sono fermamente convinto che ogni avvenimento, anche quello che non è salito alla ribalta della storia, abbia comunque, in un modo o nell’altro, segnato la vita o il destino di molte persone. Stesso discorso vale per un luogo. Per questo ho deciso, per questa rubrica “luoghi”, di circostanziare molto il mio raggio di azione e concentrarmi non su tutto un paese, ma su un suo singolo monumento (o, in futuro magari, su un posto molto circostanziato all’interno di quel dato paese). Preso atto di questo va premesso un altro particolare: un dato monumento (proprio in quanto tale) ha avuto una vita ben più lunga di una qualsiasi persona, anzi in alcuni casi, proprio il monumento riesce a superare quelli che sono i confini mortali per stagliarsi davanti a noi sfidando l’eternità.
Alla luce di tutta questa digressione (la faccio ora e poi non la faccio più prometto) ho quindi scelto, e sceglierò in futuro, oltre che un “posto” molto circostanziato anche un dato periodo di tempo molto ristretto (potrebbero essere anni o magari anche solo un giorno) per mettere in risalto quel dato luogo nel suo momento (almeno per me) maggiormente interessante e stuzzicante.

Ecco a voi quindi il LUOGO:

Rocca di Piceleo (Pizzighettone – CR) A.D. 1525

Come mi ero proposto voglio cercare di portarvi con la fantasia indietro nel tempo esattamente davanti a questo luogo e in quel dato periodo di tempo. Quindi…
Immaginate ora di essere su una barchetta che si muove lentamente a colpi di remo lungo l’Adda: ecco cosa avreste potuto vedere in una mattina autunnale dell’anno 1525 nei pressi di Pizzighettone (allora Piceleo)…
[…]
La nebbia, padrona della notte, lascia lentamente il posto alla tenue alba novembrina. […] Inaspettatamente la vegetazione rigogliosa lascia il posto all'opera dell'uomo: una cinta muraria si eleva dall'argine del fiume con possenti bastioni aggettanti, a testimonianza della fermezza della città. È però solo il primo particolare che la nebbia rivela, perché lungo questo tratto rettilineo dell'Adda e senza alcuna interruzione con le mura cittadine, si erge un'imponente rocca, edificata con l'unico intento di renderla imprendibile. Le quattro torri, tutte visibili dal fiume, sono state costruite ognuna in base alla propria funzione per migliorare al massimo la difendibilità della fortezza. Un torrione alto circa quindici metri e a pianta rettangolare, sorge infatti a difesa della porta ovest del borgo, con un suo gemello sulla diagonale della fortezza. L'altra torre lungo il corso del fiume presenta invece una base ruotata di alcuni gradi per offrire all'Adda lo spigolo, così da poter presidiare senza difficolta sia le mura della rocca che la susseguente cinta cittadina. Un mastio cilindrico, di dimensioni doppie rispetto alle altre torri e di una ventina di metri d'altezza, e invece il candidato ideale a vigilare sulla sicurezza dell'ultimo angolo della fortezza e su tutto il borgo, in quanto praticamente posizionato al suo interno. Dal fiume la soggezione che incute Piceleo, se possibile, è ancora più grande. Anche i barcaioli si scoprono sgomenti, come tutte le volte che gli transitano vicino, una sensazione che nasce da un misto di orgoglio per essere suoi abitanti e timore di venire per qualche motivo estromessi dalle sue mura.
[…]
Disegno della Rocca di Piceleo e da cui ho tratto ispirazione per questa descrizione: C. Jacini, Il Viaggio del Po, 1938

Ammetto di essere stato un po’ “autoreferenziale” sfruttando un passaggio di un mio libro “Castrum”, ma era, a mio personale avviso, il modo più semplice per calarsi nell’atmosfera.
Al luogo ci siamo quindi ma ora due parole per la scelta dell’anno.
1525
Perché? Ebbene per il semplice motivo che, seppur per pochi mesi, gli occhi dei regnanti europei erano puntati sulla torre maggiore a ridosso dell’Adda. Lì, in seguito alla disfatta battaglia di Pavia del febbraio di quell’anno era imprigionato (sarebbe forse meglio dire soggiornava temporaneamente) nientemeno che l’allora Re di Francia FRANCESCO I.

Agevoliamo immagine per rendere idea dell'importanza dell'evento...

Come dicevo non è che si trattasse di una prigionia ferrea, anzi era trattato con tutti gli onori ed i riguardi ma è abbastanza interessante pensare che in quel dato periodo storico, nella pianura padana, divisa tra Ducato di Milano e Repubblica di Venezia e dopo aver sconfitto l’esercito francese sceso alla conquista dell’Italia si fosse scelta la ROCCA di PIZZIGHETTONE come quella più adatta e anche più sicura per “ospitare” addirittura il monarca sconfitto di uno degli stati e degli eserciti più grandi e temuti di tutta Europa.

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FONTI


-    Il Viaggio del Po / C. Jacini / 1938
- Francesco 1. di Francia prigioniero a Pizzighettone / Franco Bernocchi. - Pizzighettone : Centroculturale comunale, stampa 1978. - VI, 86 p. : ill. ; 24 cm
-  Storia di Pizzighettone / Franco Bernocchi ; foto di Loris Pizzigoni. - 2. ed. - [Pizzighettone : Centro culturale comunale], 1978. - 156 p. : ill. ; 24 cm
-  Pizzighettone, città murata / a cura di Gianfranco Gambarelli ; fotografie Fabrizio Marchesi, Pietro Teso. - Ed. 1995. - [Pizzighettone : Gruppo volontari mura], 1995. - 64 p. : ill. ; 24 cm



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