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LEGGENDE: Il Tesoro di San Bassiano


Mea culpa, da troppo tempo non porto alla vostra attenzione qualche interessante leggenda. Vorrei quindi fare ammenda narrandovene una un po’ particolare in quanto la linea che di solito separa la realtà dall'invenzione è, in questo, caso talmente lieve da essere impercettibile perché quasi tutta la sua narrazione non solo è plausibile, ma è anche documentata. Parliamo del TESORO DI SAN BASSIANO

Premessa (ihihih)… Devo precisare innanzitutto che, a dispetto del nome, di questo tesoro quasi nulla è effettivamente appartenuto a San Bassiano, tranne forse un particolare, quello probabilmente più iconico e significativo, di cui però parlerò più avanti (sapete quanto amo la suspense).


EPOCA DI SVOLGIMENTO


Procediamo quindi, come di consueto quando si parla di leggende, con il periodo storico in questa leggenda si colloca. La vicenda cardine su cui si basa la leggenda del tesoro è tutta incentrata in un lasso di tempo relativamente breve e molto preciso, tra il 1456 e il 1527: cioè tra la consacrazione a Vescovo di Lodi di Carlo Pallavicino e l'occupazione, in teoria pacifica, di Lodi da parte dei Lanzichenecchi di Carlo V dopo la vittoria di questo nella Battaglia di Pavia del febbraio 1525. 
N.B. Tutti fatti storici di cui si hanno numerosissime testimonianze. 



AMBIENTAZIONE


L'ambientazione è circoscritta addirittura ad un singolo luogo, la Basilica Cattedrale della Vergine Assunta, o meglio conosciuta come DUOMO di LODI. Costruita per volontà dell'Imperatore FEDERICO BARBAROSSA nel 1158 e primo edificio della città di cui era stata iniziata la costruzione dopo che i Milanesi avevano raso al suolo la prima Lodi (LAUS POMPEIA oggi Lodivecchio). Particolare interessante: la Basilica sarebbe poi stata consacrata il 4 Novembre 1163 con la translazione nella cripta dei resti di San Bassiano (trafugati a suo tempo dai Milanesi) sempre alla presenza di Federico Barbarossa che fece da scorta alle reliquie del Santo da Milano fino alla cripta del neonato Duomo di Lodi. 
N.B. Tutto questo non è materia di leggenda ma tutto materiale storico documentato.


PROTAGONISTA


Il protagonista della Leggenda non è quindi una persona fisica (reale o immaginaria che sia) ma un oggetto, o meglio un insieme di oggetti di altissimo valore, sia simbolico che monetario. Oltre a oro, argento e pietre preziose infatti facevano parte del TESORO di SAN BASSIANO anche un ostensorio dalla tipica fattura ambrosiana e probabilmente risalente al 400 d.C, un baldacchino finemente ornato, alcuni corali miniati e soprattutto l'unico “oggetto” quasi sicuramente appartenuto allo stesso San Bassiano: il pastorale d'oro simbolo stesso dell'investitura del Santo quale primo Vescovo di Lodi (374 d.C.). 
Come lo sappiamo? Grazie all'opera di un altro vescovo della città, Carlo Pallavicino che, insignito della stessa carica del suo santissimo predecessore, appunto nel 1456, si prodigò a catalogarne il tesoro nei particolari più importanti e ad aggiungerne altri nel corso della sua esistenza: come il suo breviario, miniato da Francesco da Castello ed esso stesso un'opera d'arte di valore inestimabile.
Particolarità? Ma certo! Non può mancare. Quello che infatti dalle fonti non è chiaro è la provenienza degli oggetti al momento dell'insediamento di Carlo Pallavicino. Molti è vero li ha aggiunti lui stesso, ma è altrettanto plausibile che molti (come il pastorale, ma anche l'ostensorio) facessero già parte del tesoro e che fossero un lascito ben precedente temporalmente al Pallavicino e quindi una sorta di corredo del Santo già al momento della sua inumazione nella cripta della cattedrale o forse addirittura un lascito dello stesso Barbarossa.
Ennesimo N.B. Anche tutto questo è verificabile, reale e, in alcuni casi, ancora oggi assolutamente visibile. 



CIAK

La narrazione della leggenda in sé è in questo caso molto difficoltosa, anche perché finora di leggendario o mistificato non abbiamo visto quasi nulla… 
Narrerò quindi cosa avvenne, secondo il racconto più accreditato, all'alba di quell'infausto anno del Signore 1527, andando poi a confutare con le fonti cosa potrebbe essere realmente accaduto.
La Battaglia nella vicina Pavia aveva visto l'inaspettato trionfo delle truppe Imperiali di Carlo V, per gli abitanti di Lodi, da sempre particolarmente cari alla Corona del Sacro Romano Impero fin dai tempi del Barbarossa doveva essere questa una notizia assai rincuorante. L'armata francese, decisa a conquistare l'Italia totalmente annichilita e lo stesso monarca Francesco I catturato. I Lodigiani però si erano purtroppo resi ben presto conto che la battaglia aveva portato in zona un esagerato numero di milizie imperiali che, in attesa di un nuovo obiettivo, scorrazzavano più o meno incontrollate nella zona e Lodi era fin troppo attraente, nonché una piazzaforte di traffico sia stradale che fluviale troppo importante perché i contingenti non passassero e sostassero lì. Se a questo si aggiunge che volutamente queste milizie furono bloccate in zona per evitare possibili attacchi francesi fino a tutto il 1527 è facile capire come gli animi dei lodigiani si angustiavano via via che quelli dei Lanzichenecchi si facevano turbolenti ed irrequieti.
Leggenda narra che gli Imperiali, giunto l'ordine di partenza alle volte di Roma, ma venuti a conoscenza del TESORO di SAN BASSIANO, cercassero nottetempo di trafugarlo dalla cripta della cattedrale. Pare però che non rimasero del tutto soddisfatti da ciò che trovarono, perché il tanto decantato tesoro era composto “soltanto” da qualche sacco d'oro e tomi miniati a cui i Lanzichenecchi non erano certo interessati.
Dove era finito il tesoro?
Nessuno lo ha mai più saputo. Scomparso nel nulla. Nascosto probabilmente. 
Pare che i custodi del tesoro più di tutto il resto volessero nascondere il pastorale di San Bassiano che, nella credenza cittadina, proteggeva la nuova città affinché non facesse la fine di LAUS POMPEIA: infatti all'epoca della vecchia Lodi il pastorale non era conservato all'interno delle mura della città, bensì nella basilica dei XII Apostoli, appena fuori dalla cerchia e, contrariamente a Laus Pompeia, questa chiesa venne risparmiata dai Milanesi ed è in piedi ancora oggi.
La leggenda però si spinge oltre: afferma che il pastorale di San Bassiano in effetti non sparì, come la gran parte del tesoro, ma, per proteggerlo meglio e allo stesso tempo fare in modo che non potesse più lasciare Lodi, venne murato all'interno di una delle colonne della basilica e tutti coloro che sapevano esattamente in quale fecero voto di silenzio portandosi nella tomba il segreto. 
Fatto sta che, nonostante gli sconvolgimenti politici, Lodi non sarà più saccheggiata, non sarà più distrutta e anche quando vi transiterà NAPOLEONE BONAPARTE non subirà danni, anzi, nonostante la battaglia campale che vi verrà condotta ne uscirà indenne perfino il suo ponte sull'Adda. 


CONFUTAZIONI e ALTRE VERSIONI


È abbastanza ovvio che, avendo a che fare con i Lanzichenecchi, è molto difficile che dopo un loro passaggio qualcosa di vagamente prezioso rimanga al suo posto. È anche vero che a queste truppe non era stato dato assolutamente il via libera per il saccheggio tanto che poi, a maggio di quell'anno (1527), assisteremo al Sacco di Roma da parte di questi stessi soldati e diciamo che questo dà l'idea di che cosa potevano essere capaci.

A voler dare retta ad un'altra versione pare che effettivamente qualcosa si fosse salvato dal passaggio dei Lanzichenecchi (e mica poco aggiungerei) perché, più di 250 anni dopo, il nostro signor BONAPARTE, passando per Lodi, pare non avere tutta questa difficoltà a trovare il tesoro di San Bassiano (poco tempo per nasconderlo? Più bravi i francesi dei tedeschi a cercarlo?) e lo usa per pagarsi la campagna d'Italia fino a quel momento e per i successivi 2 anni.
Una obiezione potrebbe essere che dopo il passaggio dei Lanzichenecchi e prima di Napoleone il tesoro fosse stato in parte ripristinato. È però altrettanto vero, visto come dicevo sopra e come spiegherò poi, che qualcosa dell'originale tesoro di San Bassiano è giunto sino a noi è quindi certo che una parte di esso sia stata salvata sia dai tedeschi che dai francesi.     

Veniamo quindi ad un'ipotesi riguardante la ricerca, non tanto di tutto il tesoro ma della sua parte più importante e rappresentativa: il pastorale d'oro di San Bassiano. Stando alla leggenda di cui sopra, pare che questo sia uno dei pochi oggetti che facevano parte del tesoro di cui sia stata data una possibile ubicazione. Ebbene nel ‘700 vennero fatti dei restauri, soprattutto rimaneggiando la facciata della basilica, e pare che con questa scusa si mise mano anche a qualche colonna. Purtroppo in nessuna di quelle “restaurate” venne trovato alcunché. È interessante notare che la stessa cosa venne fatta anche tra il 1958 e il 1965 quando la facciata del Duomo venne ripristinata alla versione originale e che possiamo vedere oggi: alcune colonne (non si sa se le stesse dell'intervento settecentesco) vennero anch'esse “restaurate” senza trovarci dentro nulla. 
L'obiezione, data anche dalla saggezza popolare, è che se non è stato trovato in nessuna colonna è segno che non si è probabilmente cercato nella colonna giusta o che il tesoro (tutto o in parte) sia stato nascosto effettivamente molto bene. 

A questo punto si fa strada un'altra teoria/leggenda e cioè che il vero e originale tesoro di San Bassiano non sia mai stato né trovato né, quindi, trafugato e che, anzi, ancora adesso si trovi in un luogo sicuro e presumibilmente dimenticato. Teoria affascinante e che assolutamente non cozza che nessuna delle fonti: potrebbero infatti essere stati ritrovati solo alcuni reperti facenti parte del tesoro inventariato da Carlo Pallavicino e quello trafugato non ne fosse che una minima parte, oppure un semplice specchietto per le allodole per tenere lontano mani indegne dal vero tesoro.
Il fatto che la reale ubicazione di questo possibile tesoro “nascosto” sia tutt'oggi sconosciuta si sposa anche a meraviglia con un altro finale della leggenda, o meglio con un'altra fonte documentata a riguardo: nel 1902 infatti un abitante del centro di Lodi scrive ad un avvocato, precisamente l'avvocato Scanesi, chiedendo aiuto e consiglio perché pare abbia rinvenuto, durante dei lavori di ampliamento della propria cantina, 114 sacchetti contenenti ognuno 100 monete d'oro e qualcosa che sembra assomigliare addirittura ad un pastorale sempre d'oro. Della lettera ci resta solo questa breve nota che ho sopra riportato perché l'originale con il nome del mittente e presumibilmente il mittente stesso sono spariti nel nulla.


UN FONDO DI VERITÀ


Il trafiletto sul “fondo di verità” di questa leggenda si è praticamente già scritto nel corso dell'articoletto. Veri i fatti storici, veri i personaggi (custodi) che ne hanno scritto, veri anche coloro che lo hanno cercato o in parte trafugato, veri anche i luoghi stessi dove il tesoro ha “vissuto”. 
Cosa manca?
Beh, manca cosa ci rimane ancora oggi di quel tesoro, perché qualcosa ci è rimasto eccome:
  • L'ostensorio ambrosiano, il baldacchino e i corali miniati sono ancora conservati nella cattedrale.
  • Il bellissimo breviario miniato di Carlo Pallavicino è custodito anche lui poco lontano dal Duomo, in una bacheca di sicurezza nella sala Filippini della Biblioteca Laudense.
Il pastorale… 
No quello non si sa ancora dove sia: ma resta il fatto che Lodi non è comunque più stata distrutta da quando nel 1163 le spoglie del suo Santo Patrono sono custodite entro le sue “mura” e il suo centro ha superato indenne due guerre mondiali e un numero imprecisato di alluvioni. 
Solo fortuna???


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FONTI

  • Dizionario storico geografico del lodigiano / Giovanni Agnelli. - Rist. anast. - Lodi : Lodigraf, stampa 1990. - VIII, 328 p. ; 31 cm - Facs. dell'ed.: Lodi : Tip. editrice Della Pace, 1886
  • Atlante storico-geografico dei comuni del Lodigiano : il territorio, le istituzioni e la popolazione dal Ducato di Milano alla Provincia di Lodi / di Angelo Stroppa ; introduzione di Ferruccio Pallavera ; ricerca iconografica di Pasqualino Borella. - [Lodi] : Consorzio del Lodigiano, stampa 1994. - 127 p. : ill. ; 33 cm - Ed. fuori commercio
  • Giuseppe Agnelli, La battaglia al ponte di Lodi e la settimana lodigiana di Napoleone Bonaparte, 8-15 maggio 1796 (con appendice), Lodi, Lodigraf, 1990 (ripresa dalla 1ª ed.: Lodi, Biancardi, 1934)
  • Carlo Pallavicino, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  • Giovanni Agnelli, La Cattedrale di Lodi dal 1650 ai giorni nostri, in "Archivio Storico Lodigiano", 1895 e 1896.
  • Armando Novasconi, La basilica di S. Bassiano o dei 12 apostoli a Lodivecchio, presentazione di Paolo Magnani vescovo di Lodi, prefazione di Franco Mazzini, Lodi, Banca Popolare di Lodi, 1984
  • Alessandro Caretta, Luigi Commissari, San Bassiano vescovo di Lodi, Lodi, Lodigraf, 1975
  • Il Cittadino, quotidiano della Provincia di Lodi, Editoriale Laudense srl


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