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FATTI: La battaglia del FAGEDO - 1329


Dopo un bel po’ di tempo torno ad occuparmi della sezione “FATTI” di questo blog. Contrariamente ai fatti che ho trattato finora (quasi di dominio pubblico) parleremo invece di una battaglia di cui raramente (se non mai) avrete letto sui libri di storia, che è stata comunque significativa per il territorio lungo cui sto ponendo maggior interesse, ma che, soprattutto, fu UNICA e a tratti INCREDIBILE proprio per le modalità in cui si svolse: LA BATTAGLIA DEL FAGEDO del 1319.

Premessa iniziale con aiutino: seppure sia passata alla storia (diciamo così) come battaglia del Fagedo, il fatto che del luogo dove si svolse (FAGEDO appunto) si sia persa l'ubicazione nella toponomastica attuale non ha di certo contribuito al ricordo di questa battaglia. Procediamo quindi con ordine…


DOV’È FAGEDO?

Fagedo non è in effetti il nome di un paese o di una città con cui si è soliti identificare le battaglie (anche se spesso la città con cui si indica una battaglia si trova a chilometri di distanza). 

Il Fagedo era invece un bosco, il nome di derivazione celtico-romana indicava proprio un BOSCO DI FAGGI. All'epoca dei primi insediamenti in questa zona era quasi una foresta che occupava tutta la zona dove l'ADDA confluisce nel Po. I romani (tanto per cambiare) furono i primi a cominciare l'opera di disboscamento della zona per meglio sfruttare le possibili vie di comunicazioni fluviali e quindi nei secoli ne fecero un nodo di traffico molto importante (siamo nel 223 a.C.). Va da sé che con il tempo divenne imprescindibile la sua difesa con la costruzione di un accampamento fortificato ed in epoca più tarda di un vero e proprio castello. 

Il castello in questione nel corso della sua storia (come vedremo) fu oggetto di continue dispute e venne distrutto e ricostruito più e più volte, tanto che il luogo e il borgo assunsero il nome con cui oggi è conosciuto: CASTELNUOVO (castello-nuovo) BOCCA D'ADDA. Nel 1300 questo borgo era quindi già da tempo conosciuto come Castelnuovo, ciononostante il folto bosco di faggi esisteva ancora, era ancora estremamente rigoglioso e sarà così importante proprio nello svolgimento della specifica battaglia di cui parleremo da darle il nome (quasi fosse l'ultimo tentativo di FAGEDO di lasciare un ricordo futuro prima di sparire completamente anche dalla memoria).




FAZIONI

Guglielmo Cavalcabò
Il periodo non è così distante dalla BATTAGLIA di CASSANO del 1259. Le fazioni in lotta sono infatti sempre le stesse: GUELFI e GHIBELLINI (vi rimando sempre al link QUI se voleste approfondire il discorso); in particolare il motivo del contendere è proprio il controllo dell’importantissima città di Cremona.


Per i GUELFI abbiamo la famiglia CAVALCABÒ con il suo Signore GUGLIELMO CAVALCABÒ (nonno di quell'Ugolino Cavalcabò di cui abbiamo già parlato in merito al Castello di BELPAVONE a Maccastorna)


Galeazzo Visconti


Per i GHIBELLINI abbiamo una famiglia in netta ascesa, i VISCONTI, che nella persona di Matteo Visconti si sono appena confermati Signori di Milano (1311) cominciando con GALEAZZO VISCONTI (figlio di Matteo) l’ampliamento dei territori sotto il loro controllo.

 





ANTEFATTO

Erano anni burrascosi per la zona… 

Nel 1311 i Visconti conquistano appunto Milano e l'Imperatore ENRICO VII sfrutta la vittoria GHIBELLINA (sostenitori dell'Imperatore appunto) per nominare GALEAZZO VISCONTI vicario imperiale di CREMONA.

La risposta dei Guelfi non si fa attendere e, capitanati da GUGLIEMO CAVALCABÒ, scacciano i Visconti da Cremona già l'anno dopo (1312).

L'Imperatore allora nomina GALEAZZO VISCONTI vicario imperiale di Piacenza per l'anno 1313 permettendogli quindi di portare una pressione continua su Cremona.

Dal canto loro i CAVALCABÒ rinforzano il castello di Castelnuovo che, data la sua particolare posizione, dà la possibilità di controllare il corso del Po.

L'offensiva Ghibellina (leggasi Visconti) non arriva però da Piacenza ma da nord, lungo il corso dell'altro fiume che arriva sempre a Castelnuovo: l'Adda. La marcia dei Milanesi verso Cremona nel 1314 è più metodica rispetto alle precedenti, cadono nell'ordine (e non a caso): Castiglione, Maleo e Pizzighettone; tutti borghi che erano o sotto l'influenza cremonese o che non si erano ancora schierati del tutto, sono ora sotto il controllo diretto dei Visconti. Castelnuovo è pressato da ogni parte e se cade lui la via per Cremona sarebbe aperta: ma Castelnuovo, complici anche le nuove difese approntate (una nuova cerchia muraria sui lati del castello aperti alla pianura), non cade e resiste a ripetuti attacchi per 5 anni.



LA BATTAGLIA

Arriviamo quindi all'anno decisivo: il 1319.

GUGLIELMO CAVALCABÒ è indiscusso e indisturbato Signore di Cremona.

GALEAZZO VISCONTI e soprattutto suo padre MATTEO hanno avuto non pochi problemi a mantenere il controllo di Milano con la costante minaccia di un ritorno dei Guelfi, alimentata appunto dalla loro incapacità di conquistare definitivamente Cremona; ma GALEAZZO VISCONTI ha in mente un piano: gli serve solo qualche mese per organizzare le idee e trovare il giusto sistema per attuarlo e tutto ruota appunto intorno al FAGEDO

Le fonti principali dicono che si avvicina a Castelnuovo dopo essere passato nuovamente da Castiglione e Pizzighettone per controllarne le difese seguendo il corso del fiume: non precisando se si parli di Adda o Po (anche se apparirebbe scontato): alcune fonti però parlano espressamente di Po, ma l'immissione dell'Adda in Po, fino almeno al 1600, sembra essere più a sud rispetto alla sua posizione attuale e lo stesso castello di Castelnuovo pare essere stato costruito sul fiume Adda e non sul Po (che poteva essere tenuto sotto osservazione comunque facilmente dalla sua posizione; a questo si aggiunge il fatto che il BOSCO di FAGGI era ancora presente nel 1600 e posizionato a nord di Castelnuovo e non a sud (dove invece si trovava il corso del Po. (vedi cartina sopra-riportata)

La precisazione qui sopra è d'obbligo proprio per il modo particolare in cui si svolse la battaglia. 

GALEAZZO VISCONTI raggiunge quindi il bosco del FAGEDO da nord con i suoi uomini (non solo soldati come vedremo tra poco). Non attacca subito, ma grazie a fabbri e carpentieri che si era portato appresso appronta, sfruttando la legna del bosco, 9 chiatte su cui fa erigere una specie di castello di legno galleggiante, alto abbastanza da poter attaccare le mura del castello: più basse dalla parte del fiume rispetto alla nuova cerchia eretta dai cremonesi per difendersi da un attacco dalla parte della pianura.

Altra ulteriore precisazione è che se questo “castello galleggiante” fosse stato approntato a sud lungo il Po sarebbe stato facilmente individuabile dal Castello di Castelnuovo in quanto si trovava su un tratto relativamente rettilineo di questo fiume, inoltre la morfologia del terreno da Castelnuovo tende a scendere verso il Po e il castello quindi è in posizione ancora più vantaggiosa per gli avvistamenti. Viceversa a nord il terreno sale verso l'Adda (il castello viene quindi a trovarsi leggermente più in basso) in aggiunta gli alti fusti dei faggi del bosco, che arrivava a ridosso dell’abitato, contribuivano ulteriormente a nascondere gli assalitori (oltre a fornire la materia prima necessaria per la buona riuscita del piano).


La mattina del 23 Novembre 1319 GALEAZZO VISCONTI è pronto.

Il suo esercito fa scendere il castello galleggiante lungo il corso del fiume (a questo punto verosimilmente l'Adda), complice il bosco e la nebbia che sicuramente non poteva mancare in una mattina di novembre il castello si abbarbica alle mura di Castelnuovo senza che le truppe Guelfe del CAVALCABÒ possano impedirlo. Lo scontro è durissimo, ma non sarà risolutivo (almeno nell'immediato) in quanto le truppe asserragliate sono numerose e comunque preparate alla battaglia nonostante l'attacco avvenga nella cerchia più interna. 

Dagli assediati però non era mai stata presa in considerazione la possibilità di essere attaccati alle spalle e soprattutto il fatto che GALEAZZO VISCONTI, colpendo quel lato, aveva potuto prendere il controllo della BOCCA dell'ADDA e quindi impedire qualunque rifornimento al castello da Cremona via fiume. Se a questo aggiungiamo anche che Pizzighettone era già dei Visconti e che Maccastorna (dei Cavalcabò), con la presa di Maleo, era tagliata completamente fuori da ogni possibilità di portare aiuti a Castelnuovo risulta evidente come il Visconti si potesse anche accontentare di un lungo assedio perché ormai aveva messo completamente in scacco la piazzaforte nemica.

Ci vorranno comunque 5 mesi di assedio perché Castelnuovo si arrenda, siamo nel maggio del 1320, ma da lì in poi sarà solo una questione di tempo perché anche Cremona cada in mano ai VISCONTI.



L'IMPORTANZA DELLA BATTAGLIA DEL FAGEDO

La battaglia del FAGEDO, di per sé stessa, non è stata di certo una battaglia essenziale né nella lotta tra GUELFI e GHIBELLINI, né tra VISCONTI e CAVALCABÒ: è indubbio però che la presa di Castelnuovo sia stata un duro colpo per i Guelfi Cremonesi che vedevano in questo forte castello la testa di ponte migliore per affrontare i milanesi e soprattutto tenerli a debita distanza da Cremona.

Quello invece che è importante per il tema che sto trattando in questo blog è appunto il fatto che i Visconti con la vittoria della BATTAGLIA del FAGEDO completano il loro confine orientale. La riva destra dell'Adda è ora tutta dei Visconti dal Lago di Como fino all'immissione nel Po e sarà il confine invalicato ed invalicabile del Ducato di Milano fino alla sua fine nel 1797 quando a ridisegnare i confini, non solo italiani ma europei, giunge sulla scena mondiale un signore corso di nome NAPOLEONE BONAPARTE.

Riguardo una ulteriore importanza di questa battaglia, scendendo un attimo nel personale, potete onestamente immaginare qualcosa di più “figo” (non trovo una parola più adatta) di costruire un castello galleggiante per attaccarne un altro? Non ho onestamente memoria se in letteratura qualche scrittore (e qui siamo al limite del fantasy) sia mai arrivato ad immaginare e descrivere uno stratagemma del genere, ma noi, “lodigiani di fiume” siamo stati testimoni di un momento in cui la storia eguaglia (o supera?) la fantasia. 

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FONTI

  • Giovanni Agnelli, Lodi ed il suo territorio nella storia, nella geografia e nell'arte, Lodi, Il Pomerio, 1989 (ristampa dell'edizione del 1916)
  • Beatrice Ambreck; et al., Atlante della nuova Provincia di Lodi, Lodi, Il Giorno, 1996.
  • Castelnuovo Bocca d'Adda, su lombardiabeniculturali.it, Regione Lombardia. 
  • Le grandi famiglie d'Europa: i Visconti, vol. 8, Mondadori, 1972.
  • Guglielmo Cavalcabò, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.


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