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LUOGHI: Adda



Da qualche giorno, complice anche l’ultima chiacchierata con il mio editore (che potete trovare qui) ha cominciato a frullarmi nella testa l’idea di parlare di un luogo a cui sono affezionatissimo e che, al tempo stesso, fa da collegamento con tutti i posti di cui ho parlato finora e di cui probabilmente (salvo rare eccezioni) parlerò anche in futuro su questo blog.

Ecco quindi a voi la mia personalissima digressione sull'ADDA…

Andrò molto "a braccio" in questa pagina perché, proprio come il corso dell’Adda, tutto anse, rotte e tratti morti, non può essere una narrazione lineare: me lo impone il suo stesso essere.

Mi domando innanzitutto quanto possa essere emozionante parlare di un fiume? A conti fatti poco, se non parliamo dei grandi fiumi che hanno fatto la storia...
Tigri e Eufrate hanno ospitato sulle loro sponde forse il maggior ciclo di civiltà pre-cristiane della storia (Sumeri, Assiri, Babilonesi)
Oppure Gange e Indo, culla delle civiltà asiatiche ammirate perfino dagli stessi greci.
Il Nilo si presenta praticamente da solo e credo che in tutto il globo non ci sia una sola persona (con un minimo di istruzione si intende) che non ne abbia sentito parlare o non sappia a quale grande civiltà sia esso legato.
In Italia poi la concorrenza è a dir poco agguerrita: il Po nutre (e dà il nome) alla pianura più atipica e ricca di biodiversità del pianeta; il Tevere (di non molto più lungo dell’Adda), porta sulle sue acque il nome di ROMA a imperitura conoscenza globale.
Perfino il Giordano (volendo cercare fuori dall'Italia un fiume "famoso" e di lunghezza praticamente identica) è senza dubbio più conosciuto, essendo il fiume del popolo eletto per antonomasia e radice a cui legare l’intera fede cristiana, ma anche ebrea e perfino mussulmana (le principali religioni monoteistiche del pianeta e della storia).

Eppure l’Adda ha in sé e nella sua storia una scintilla, magari poco conosciuta, che le fa assumere un'importanza pari ad altri grandi fiumi europei come il Reno e il Danubio (lei però senza avere grandi città a cui legarsi per accrescerne la fama): l’Adda è infatti, dall'inizio dei tempi TERRA DI CONFINE.
Un confine bramato, difeso con le unghie e con i denti da chiunque sia passato nelle vicinanze del suo corso e lei (mi viene di rivolgerle la parola solo al femminile, scusate) è restata imperturbabile, incurante delle manomissioni che chiunque si impossessasse, anche per un breve periodo, del suo corso non ha mancato di perpetrare.
Lei ha continuato a scorrere.
Dopo questo flusso di coscienza mi viene da ridere a pensare che il suo stesso nome ABDUA (poi romanizzato in Adda), datole dai celti significhi proprio ACQUA CORRENTE: un popolo che ha sempre cercato nei fiumi il suo sviluppo (anzi è probabilmente originario del centro-Europa, guarda il caso tra Reno e Danubio) e si è  diffuso in tutto il continente dalle isole britanniche fino alla pianura padana, ha scelto il nome ACQUA proprio per questo piccolo fiume.

Mentre scrivo mi viene in mente un gioco o un esercizio di stile se preferite… Teniamo fermo nella testa il nostro bel fiume e saltiamo invece da una "materia" all'altra.


GEOGRAFIA

Non mi dilungo molto sulla questione geografica, dovrebbe essere abbastanza scontata e quindi mi butto subito su qualche piccola curiosità sul tema…
Innanzitutto è l’unico fiume, tra una decina di immissari, ad uscire dal lago di Como e l’uscita dal lago cambia notevolmente la sua morfologia: se infatti, prima di immettersi nel lago, il suo corso è abbastanza lineare attraversando tra le altre quasi tutta la Valtellina, una volta che esce dal lago diventa sinuosa, mantenendo una portata d’acqua estremamente alta.
È soprattutto questo suo secondo tratto ad essere stato nei secoli particolarmente rilevante. Il fatto di procedere per un lungo tratto di pianura Padana pressoché indisturbata ha creato tutte quelle anse di cui accennavo, ma, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non è mai stato un fiume dal corso “statico”; complice l'acqua abbondante e molte alluvioni nel corso dei secoli, le sue curve si sono mosse come le spire di un serpente avvicinandosi e allontanandosi (a volte anche di chilometri) dalle città che inizialmente erano sorte sul suo corso; oppure esagerando e andando a creare addirittura un intero lago, il Gerundo, per secoli croce e delizia di coloro che volevano sfruttare al massimo le capacità idriche del lodigiano.


SCIENZE

Continuando a giocare con le "materie" mi permetto un piccolo passaggio anche nelle scienze...
Non voglio tediarvi con la dinamica dei fluidi, bensì parlare del profondo legame tra l’Adda e forse il primo "scienziato" della storia nel senso moderno del termine: LEONARDO DA VINCI.

Una delle prime occupazioni di Leonardo nel suo soggiorno milanese fu di studiare il corso dell’Adda su incarico di Ludovico il Moro. Lo scopo iniziale del Moro era quello di sfruttarne al massimo la navigabilità, ovviamente Leonardo (come suo solito) andò ben oltre le richieste e il suo lavoro si tradusse in pagine e pagine di quello che poi sarà chiamato CODICE ATLANTICO, dove tratta e sviluppa una serie incredibile di progetti e calcoli di fattibilità. Si parla della costruzione di un traghetto senza remi ma a fune per passare da una riva all'altra, progetto realizzato forse solo nel ‘600 e per un breve periodo nella zona tra Montodine, Gombito e Castiglione d’Adda oppure un altro effettivamente attivo fino al 1955 tra Cornate d’Adda e Susio.

Oltre a studi sulla gestione della Muzza, Leonardo progetta altri canali, stavolta navigabili, per collegare meglio Milano al Lago di Como, uno nella zona di Brivio e un altro vicino al Santuario della Madonna della Rocchetta vicino a Paderno d’Adda. Quest'ultimo avrebbe permesso di superare le rapide del fiume presenti in zona e da lì poi raggiungere Milano ed irrigare la zona Martesana così come la Muzza doveva fare con la zona lodigiana.

I suoi progetti riportano già tutti i calcoli con le pendenze dell’alveo dell’Adda, il tracciato del canale, i livelli della pianura e l'idea per una serie di dighe e sbarramenti: tutto era talmente visionario da risultare non solo economicamente irrealizzabile per l’epoca, ma anche di difficile attuazione (nella sua forma semplificata prevista dallo stesso Leonardo) anche nei secoli seguenti.

Segue carrellata fotografica dei progetti di Leonardo per il fiume Adda…
Canale Paderno, su idea progettuale leonardesca
Codice Atlantico, schizzo di ponte sull'Adda
Traghetto sull'Adda, realizzazione di un schizzo leonardesco
Codice Atlantico, pompe idrauliche per sfruttare forza del fiume nella zona delle rocchette

ARTE

Il genio di Leonardo, lo sappiamo, travalica le singole discipline e mi è adesso anche di grande aiuto nel passaggio da una "materia" all'altra. Parlando appunto di arte (e non mi riferisco solo agli schizzi del codice atlantico che sono arte già di loro) la prolungata permanenza lungo l'Adda fu per il grande artista fonte di ispirazione e si tradusse nel suo utilizzo, come sfondo, nei panorami di alcune delle sue opere più celebri, prima fra tutte LA VERGINE DELLE ROCCE: in tutte e due le versioni del dipinto si può riconoscere sullo sfondo l'Adda proprio nel passaggio nella zona della Madonna delle Rocchette. Meno noto, ma sembra provato recentemente da un'attenta indagine geomorfologica (su cui comunque non metterei la mano sul fuoco), è anche il fatto che il lago di Como e l’Adda prestino i loro paesaggi anche a quello che è forse il più famoso dipinto di Leonardo: LA GIOCONDA.
Scatta altra piccola panoramica di dipinti celebri aventi come sfondo l’Adda…
Madonna dei Fusi – Leonardo
Gioconda del Prado (Madrid) - discepolo di Leonardo: Salaì
L’Adda a Castiglione – Luigi Brambati

STORIA

Come abbiamo già avuto modo di scoprire insieme in altre pagine del blog, alla storia non manca certo l’ironia e il gusto per corsi e ricorsi…
Vorrei quindi procedere in questa sezione con un gioco nel gioco: scorrere la storia con una specie di paraocchi che ci fa vedere solo ed esclusivamente il corso del nostro fiume e i territori vicini da lui lambiti e vedere così come si evolvono…

200 a.C.
Sappiamo che la valle dell'Adda era già formata 5000 anni fa e fino all'arrivo in zona dei Romani nel 200 a.C. l'Adda ha tutta la pace che merita e che nel corso della storia probabilmente non avrà mai più… Ai romani al momento l'Adda interessa poco, il loro confine è il Po, almeno per i primi tempi, ma l’Adda funge già da “barriera naturale” tra i Boi (riva lodigiana dell’Adda) e Insubri (riva cremonese).

500 d.C.
I romani, e solo loro (almeno fino all’unità d’Italia), riusciranno a spazzare via questo limite invalicabile, perché già con la calata dei Longobardi nel 500 d.C. e la sconfitta dell’Imperatore d’oriente Giustiniano, l'Adda torna ad essere terra di confine tra Neustria (sponda lodigiana) e Austria (sponda cremonese - verrà nel corso del tempo ridimensionata molto più a nord, ma questa è un’altra storia); entrambe le zone, seppure longobarde di nome, sono profondamente diverse ed in contrasto sia in termini politici che culturali.

774 a.C
I Longobardi vengono praticamente distrutti e conquistati dai Franchi di Carlo Magno, non si hanno notizie di un vero e proprio confine lungo l’Adda, anche se Carlo Magno, e poi i suoi discendenti, tentarono con alterne fortune di portare in Italia il modello feudale Franco: sfruttando Adda e Po dividono quindi la zona in Regno di Lombardia (riva destra dell'Adda), Marchesato di Verona (riva sinistra dell'Adda) e Marchesato di Tuscia (a sud del Po).
Non so se, all'epoca, i Franchi sapessero cosa stavano creando e tutti i "casini" che ne sarebbero seguiti...
In Italia infatti, soprattutto intorno all’anno 1000, cominciarono a fiorire i Comuni che fondavano la loro esistenza sulla propria identità indipendente e così le Città cominciarono a ribellarsi al potere imperiale (nota: è in questo periodo che nascono anche le Repubbliche Marinare e tra loro Venezia ci interesserà particolarmente.

1100 - 1454
Tra il 1100 e il 1454 il nord-Italia comincia a essere una vera e propria polveriera. Nemmeno le campagne di Federico Barbarossa e poi quelle del nipote Federico II di Svevia riescono a pacificare la zona. Seppure tecnicamente la zona faccia tutta parte del Sacro Romano Impero, il peso specifico delle singole realtà che va accrescendosi fa sì che gli scontri siano all'ordine del giorno. La Pace di Lodi porrà un certo freno alle ostilità ma il confine dell'Adda è ormai invalicabile se non al prezzo di spargimenti di sangue. Ducato di Milano e Repubblica di Venezia si sfidano e si tengono d'occhio dalle due rive.

1525
Cala in Italia Francesco I, re dei Franchi, e la netta opposizione di Carlo V (imperatore del Sacro Romano Impero) ecco che il confine dell’Adda vacilla.
Le alleanze e i trattati di pace tremano e continueranno a farlo anche dopo la sconfitta di Francesco I e almeno fino al 1570 quando, una minaccia da oriente, l’Impero Ottomano, non minaccerà l’Europa intera, ma anche quel caso quasi disperato farà sì fiorire la cooperazione, ma non cancellerà il confine dell'Adda.
Le sue principali roccaforti come Castiglione, Maleo e soprattutto Pizzighettone saranno abbellite e migliorate.

1600
Il ‘600 è il secolo della dominazione spagnola di Milano (nota per la prossima materia: Promessi Sposi) e l’Adda è sempre lì in quanto gli spagnoli non si arrischiano a mettersi contro Venezia nonostante questa sia ancora impegnata contro gli Ottomani.

1700
Cambio di secolo e cambio di dominazione per Milano, arrivano gli Austriaci (pronipoti di quei Longobardi che abbiamo salutato qualche riga fa), ma a ovest comincia a spingere anche la Francia seppur l’ardito Ducato di Savoia faccia da cuscinetto (molto attivo comunque per essere uno stato cuscinetto).

1796
A scompigliare ancora ulteriormente le carte e a creare un bel po’ di confusione poi in tutta Europa che arriva in Italia nientemeno che Napoleone Bonaparte che proprio in battaglia sul Ponte di Lodi (sempre sull’Adda signori!) sconfigge definitivamente gli Austriaci grazie anche alle truppe Sabaude a suo sostegno. Per circa 20 anni il confine dell’Adda è cancellato e i Savoia sfruttano l’alleanza con la Francia per ottenere dell’Imperatore la guida del neonato Regno d’Italia. Con la Battaglia di Waterloo (1815), la sconfitta di Napoleone e la conseguente restaurazione tutto torna più o meno come un secolo prima, con la differenza che ormai i Savoia sono una realtà non più trascurabile.

1800
L’anno delle guerre d’Indipendenza italiane. Tutta la penisola è sconvolta da battaglie e lotte senza esclusione di cambi e ricambi di alleanze (anche le più improbabili fino a un secolo prima) fino all'Unità d’Italia del 1861.

1900 - OGGI
Sorvoliamo velocemente sul ‘900 e tutti i suoi morti.
Sul suolo italiano si combatte e si combatterà fino al 1945 e seppur ormai gli Italiani si considerano un popolo unico e unito, giuridicamente e amministrativamente l'Italia mantiene una certa divisione. Nel 1866 vengono istituite le Province (Provincia di Milano, riva destra dell’Adda – Provincia di Cremona, riva sinistra) e questa divisione rimarrà anche con il passaggio dalla monarchia alla Repubblica nel 1948. Il confine dell’Adda, seppure meno martoriato e conteso, è ancora lì.


LETTERATURA

Non potevo che lasciare per ultima la materia più “romantica” (almeno per quanto mi riguarda) e forse anche più facile da scrivere in quanto lo sforzo sarà poco e la parola la passo da altri…


Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutte a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.
Alessandro Manzoni, I promessi sposi, capitolo I

E stando così fermo, sospeso il fruscìo de' piedi nel fogliame, tutto tacendo d'intorno a lui, cominciò a sentire un rumore, un mormorìo, un mormorìo d'acqua corrente. Sta in orecchi; n'è certo; esclama: - è l'Adda!
Alessandro Manzoni, I promessi sposi, capitolo XVII

Pioppi e betulle di tremula fronda, accompagnan de l’acque il fluire
quando ne’ rami s’impigliano gli astri, in quella pace vorrei morire.
Ada Negri

"Corri, tra rosei fuochi del vespero,
corri, Addua cerulo: Lidia su 'l placido
fiume, e il tenero amore,
al sole occiduo naviga."
Giosuè Carducci

Seduto sulla riva del fiume, osserva il lento scorrere della corrente e si abbandona al suo dolce sciabordio, che a tratti sembra assumere la musicalità di una canzone triste e malinconica, che ben si accorda con il suo animo. Come sapiente menestrello, il vento fa frusciare le foglie dei pioppi di un vicino boschetto e a tratti nasconde, con il loro ancestrale vociare, le voci di festa e trepidazione provenienti dal paese. Si abbandona alla natura consolatrice. Le visioni della notte tornano a fargli visita, ma qui si sente protetto da quell'antica divinità silvestre che si era impersonificata per lui.
La sogna.
Tranquillo e libero di farlo cullato da quei flutti, capaci di togliere la vita così come di rasserenarla.
Sortilegio chiamato Adda.
Marco Bergamaschi, Castrum, capitolo 15 😉


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FONTI

-          Sabatino Moscati (a cura di), I Celti, Milano, Bompiani, 1991, ISBN 88-452-1753-1.
-          Adda, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
-          Istituto italiano di idrobiologia, Documenta dell'Istituto italiano di idrobiologia, ISE CNR, 1997.
-          Paolo Diacono, Historia Langobardorum (Storia dei Longobardi, cura e commento di Lidia Capo, Lorenzo Valla/Mondadori, Milano 1992).
-          Agenore Bassi, Storia di Lodi, Lodi, Edizioni Lodigraf, 1977, pag. 55. ISBN 88-7121-018-2.
-          Indro Montanelli, Roberto Gervaso, Mario Cervi, Storia d'Italia, Milano, Rizzoli, 1959-1997. In XXII volumi
-          Alessandro Manzoni, Promessi Sposi
-          Giulio Ferroni, Storia della letteratura italiana. Dall'Ottocento al Novecento

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