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LIBRI: Presentazione a "casa" VISCONTI


Il calendario mi “impone”, anche questa settimana, un nuovo appuntamento “faccia a faccia”: domenica 11 ottobre dalle ore 11.00 e per tutta la giornata sarò a disposizione per parlare di MALLEUS presso la gioco-libreria SAPHIRA a GRAZZANO VISCONTI (vedi sezioni EVENTI di fianco e QUI per la geolocalizzazione più precisa).

A questo punto la mia ideuzza mi imporrebbe una piccola ricapitolazione dei post che hanno qualcosa a che fare con GRAZZANO VISCONTI. Giusto! Ma non sarà solo questo...


Non può essere solo un “recap” per il semplice motivo che GRAZZANO VISCONTI è una fonte di leggende troppo ghiotta per limitarmi a quello che ho già scritto su questo blog. Nasce infatti in questo piccolo borgo una leggenda che ha addirittura valicato i confini nazionali finendo anche sul SUNDAY TIMES e che merita davvero di essere raccontata.


Premessa (credevate…), il borgo di Grazzano Visconti è stato interamente ricostruito agli inizi del ‘900 dal Duca Giuseppe Visconti di Modrone (padre del famoso registra Luchino Visconti) sui resti di un borgo abbandonato risalente al 1300 e in origine proprietà del nobile romano Graccus Graccianum (da qui GRAZZANO).

Nel corso della sua storia il borgo fu un importante punto di riferimento nello spostamento delle truppe viscontee e Gian Galeazzo Visconti permise al Conte piacentino GIOVANNI ANGUISSOLA di costruirvi un castello che avrebbe poi ospitato il conte e la sua sposa BEATRICE, figlia appunto di Gian Galeazzo. Gli Anguissola terranno poi la proprietà di borgo e castello per secoli fino al 1884 quando i beni passeranno di nuovo ai Visconti (esattamente al Duca Guido Visconti, padre del Giuseppe di cui sopra e fratello dell'ultima contessa Anguissola).


Dicevo appunto che tra il 1300 e il 1400 il borgo fu teatro di numerosi fatti d’arme e in questo contesto si sviluppa la leggenda…

LA TRISTE STOIRA DI ALOISA 

La protagonista della leggenda, legata a doppio con il borgo, è Aloisa. Una donna, all'epoca dei fatti da cui nasce la sua leggenda, non più giovanissima ma di famiglia agiata. La giovane sa di non essere attraente, bassina, paffutella con un carattere malinconico e difficilmente incline al riso e vive nelle vicinanze del borgo di Gracciano (vedi foto della statua che la ritrae).

Durante l'ennesimo ricambio di milizie però la sua vita cambia completamente. Arriva al castello un nuovo capitano, giovane e bello che le fa perdere completamente la testa. La cosa però che stupisce incredibilmente Aloisa è proprio che il bel Capitano sembra avere un debole per lei. Lei ricambia le sue attenzioni, mai ricevute prima da nessun uomo, con monili e piccoli regali ed in breve tempo, quella che agli occhi di tutti sembrava la più improbabile delle coppie, convola a nozze. 

È il giorno più bello della vita per Aloisa ma di lì a poco i suoi occhi di innamorata dovranno aprirsi alla triste realtà. Il neo-sposo non è affatto quello che le era sempre apparso, anzi, mirava totalmente ad una vita agiata attraverso i denari della moglie. Aloisa però è innamoratissima e nonostante fosse venuta a conoscenza della vera fonte dell'interesse del marito, continuava ad amarlo e a riempirlo di doni: forse anche per timore che, mancate quelle attenzioni, lui potesse lasciarla.

Una notte però, credendo di fare una sorpresa al marito bloccato al castello per il turno della guarnigione, Aloisa va nei suoi appartamenti con l'ennesimo dono e del buon cibo. 

È la fine di tutto il suo mondo.

Si trova infatti a cogliere sul fatto l'adulterio del marito. Sembra che riesca a dare al fedifrago solo una sonora scoppola sulla nuca prima che il suo cuore, travolto dalla tristezza, si spezzi letteralmente lasciandola morta in quella stessa stanza. Il trambusto provocato fa accorrere il signore del borgo e altri armigeri e a nulla valgono le spiegazioni del Capitano a cui viene subito imputato l'assassinio della moglie e per questo condannato.

La triste fine di Aloisa, così come anche quella del marito che lei ha amato comunque fino all'ultimo istante, non possono dare pace alla tormentata anima della donna che da allora, in forma di fantasma, aleggia per le stanze del castello e per le vie del borgo ponendo particolare attenzione al comportamento degli innamorati che, in tanti ancora oggi, passeggiano Grazzano Visconti. Fate però attenzione uomini: se il vostro amore per la persona che avete a fianco non è sincero, e Aloisa è in grado di capirlo, riceverete anche voi una forte scoppola sulla nuca nella speranza, spesso solo del fantasma, che rimettiate la testa a posto; di contro se invece siete solo o il vostro è un amore tormentato e insicuro, lasciate pure un pegno sulla sua statua nel parco (ne trovate tutt'oggi moltissimi) e vedrete che lo spirito di Aloisa sarà magnanimo con voi e vi donerà anche la sua protezione ed il suo aiuto con la persona che amate.


RICAPITOLIAMO

Veniamo infine a quei post che in un modo o nell'altro hanno qualcosa da spartire con GRAZZANO VISCONTI… Già il nome della famiglia proprietaria del borgo dovrebbe essere fonte di innumerevoli link, visto che i Visconti hanno di fatto plasmato il nostro territorio sia con i fatti che con le leggende a loro legati, ma io vorrei come idea di base concentrarmi su quelli più inerenti.



LO STEMMA DEI VISCONTI

Porto quindi l'attenzione sulla leggenda del nostro TARANTASIO, non tanto perché abbia attinenza con il luogo (il lago GERUNDO abitato dal nostro drago era infatti piuttosto lontano da qui), ma perché uno degli uomini che si racconta lo abbiano sconfitto era proprio il capostipite dei Visconti e in questo borgo non potete voltare lo sguardo senza vederlo rappresentato su muri, stemmi, gonfaloni e chi più ne ha più ne metta…



LA CUCINA PIACENTINA

Per chi non lo sapesse, siamo in pieno piacentino e mi sento in obbligo di ricordare con questo link la cucina fantastica che si assapora in queste zone e che ha origini antichissime e mai ha mancato di conquistare tutti coloro, dal rinascimento ad oggi, sono passati per questi luoghi.


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